Hai mai ascoltato una frase che ti ha trafitto l’anima?
Non parlo solo di emozione.
Parlo di quelle parole che ti centrano, che ti lasciano lì, immobile, come se qualcuno ti avesse appena detto qualcosa che tu stesso sapevi, ma non avevi mai avuto il coraggio di ammettere.
A me è successo anni fa.
E, a ripensarci oggi, mi rendo conto che ci ho messo troppo tempo per dare ascolto a quelle parole.
La lezione più grande… servita in un bar
Era il periodo in cui frequentavo la Scuola di Teatro Colli a Bologna, studiavo per diventare attrice professionista e, come spesso accade, facevo vari lavori per mantenermi.
Uno di questi mi portò a fare la cameriera in un bar, vicino a un centro di lavoro per ciechi e ipovedenti. Un gruppo di loro veniva quasi ogni giorno a pranzo. Simpatici, brillanti, ironici.
E nonostante fossi io a servire loro da mangiare… sono stati loro a servirmi alcune delle lezioni di vita più profonde.
All’inizio cercavo di aiutarli: trovare il tavolo, sedersi, piccoli gesti che per chi vede sono scontati.
Ma ogni volta, puntualmente, mi smentivano: erano perfettamente in grado di fare tutto da soli. Anzi, più autonomi di tanti normodotati.
Col tempo, diventammo amici.
Una frase. Un colpo. Un risveglio.
Un giorno, uno di loro — ironico, diretto, affettuoso — mi disse:
"Senti, è da un po’ che volevo dirtelo. Non sapevo bene come renderla la metafora…
Hai una voce meravigliosa. Non so come sei come attrice, ma ti ascolterei per ore.
Per un cieco, la tua voce è come… un bel culo per un vedente."
Scoppiammo a ridere.
Risposi al gioco: “Beh, se è per questo ho anche un bel sedere!”
E lui, senza perdere il ritmo: “Ah, ma allora mi tenti! Ho solo il tatto per verificare… fammi tastare!”
“Eh no, stavolta… ti TOCCA solo fidarti!”
Quelle parole, dette con leggerezza e profondità insieme, mi hanno trafitto.
Mi stavano dicendo:
🔹 Hai un dono.
🔹 Lo stai sprecando.
🔹 Cosa aspetti a usarlo?
Eppure ci ho messo oltre 15 anni per ascoltare davvero quel messaggio.
Non aspettare come ho fatto io
Un’altra persona, ipovedente anche lui, amante degli audiolibri, mi disse la stessa cosa.
E ancora: complimenti, segni, stimoli…
Ma io rimandavo. Trovavo scuse. Mi dicevo “non è il momento”, “non so da dove cominciare”, “forse non sono pronta”.
Finché, un’estate in Puglia, dopo un’alba sul mare di Vieste insieme a mia sorella e un caro amico, abbiamo fatto un patto.
Ognuno di noi avrebbe lanciato un intento da realizzare entro l’anno.
Io dissi:
👉 “Registrerò il mio primo audiolibro.”
E così è stato.
Ho dato voce a “1984” di George Orwell.
Un progetto nato con il cuore. Lo puoi ascoltare. Te ne regalo un estratto se mi scrivi, perché è parte del mio viaggio.
Ma soprattutto… è stato l’inizio di una rinascita.
La voce come ponte, come cura, come guida
Da lì, il passo è stato naturale.
Sono stata ingaggiata per presentare corsi online sul portale Leone Master School, e oggi il mio sogno è diventato chiaro:
🎧 Dare voce ai libri che mi hanno salvato nei momenti più bui.
Farli risuonare in altri cuori che stanno ancora cercando la strada.
Sono state le parole scritte da altri, in momenti di oscuro dolore, a farmi da torcia.
E ora voglio essere quella voce nel buio per chi non riesce più a vedere la luce.
Per chi ha bisogno di sapere che la speranza esiste anche quando i sensi sembrano spenti.
Cosa ti ha toccato il cuore?
Se anche tu hai vissuto un momento in cui qualcuno ti ha detto qualcosa che ti ha colpito nel profondo, non ignorarlo.
Forse è il segnale che aspettavi.
Forse è il tuo momento di agire, di crederci, di iniziare.
🔹 Scrivimi nei commenti o in privato:
Quale libro ha illuminato il tuo cammino?
O stai ancora cercando il tuo primo faro?
🔹 Vuoi ascoltare un estratto di “1984”?
Clicca qui e lasciati guidare dalla mia voce. Potrebbe essere il primo passo… verso casa.
🎙️ “La saggezza non sta in ciò che sai, ma in ciò che fai.”
Ricordatelo.
E non lasciare che il tempo scorra senza te dentro.
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